mercoledì 3 marzo 2010

Punto, linea, superficie. Kandinsky.




(Estratti dal testo "punto linea superficie" di kandinsky.)

Punto geometrico
Il punto geometrico è un'entità invisibile. Deve quindi essere definito come un'entità immateriale. Pensato materialmente, il punto equivale a uno zero.
Ma in questo zero si nascondono diverse proprietà, che sono "umane". Noi ci rappresentiamo questo zero - il punto geometrico - come associato con la massima concisione, cioè con un estremo riserbo, che però parla. In questo modo, nella nostra rappresentazione, il punto geometrico è il più alto e assolutamente l'unico legame tra silenzio e parola.
E perciò il punto geometrico ha trovato la sua forma materiale, in primo luogo, nella scrittura - esso appartiene al linguaggio e significa silenzio.

Scrittura
Nello scorrere del discorso, il punto è il simbolo dell'interruzione, del non essere (elemento negativo), e, nello stesso tempo, è un ponte da un essere a un altro essere (elemento positivo). Questo è il suo significato interno nella scrittura.
Visto dall'esterno, si tratta qui solo di un segno usato funzionalmente, che porta in sé l'elemento del "praticofunzionale", che noi conosciamo fin da bambini. Il segno esterno diventa un'abitudine e vela il suono interno del simbolo.
L'interno viene murato dall'esterno.
Il punto appartiene al cerchio più stretto dei fenomeni abituali col loro suono tradizionale, che è muto.

Silenzio
Il suono del silenzio, che viene abitualmente associato col punto, è così: forte, da coprire completamente le altre proprietà.
Tutti i fenomeni tradizionalmente abituali sono resi muti dal loro linguaggio unilaterale. Non udiamo più la loro voce e siamo circondati dal silenzio. Soccombiamo all'elemento "pratico-funzionale".

Da leggere assolutamente, si trovano qui degli estratti molto significativi del testo di Kandinsky, a cui poco si può aggiungere.

Direi che dopo aver letto questi libro si può partire a costruire un' attività di laboratorio sul punto e la linea cha parte dalla geometria fino ad arrivare alla musica! Che meraviglia.

Sigmar Polke usa il retino



Dovevo mettere un'altra immagine di un opera di Sigmar Polke.


Scusatemi non ho messo il titolo, devo cercarlo, lo aggiungerò.

I punti di SIgmar Polke



Sigmar Polke,Amiche,1965.olio su tela,150x190 cm.

I punti sono disposti in modo da creare effetti di imprecisione visiva. Gli addensamenti di punti permettono di percepire la tridimensionalità dell'immagine.


(Mi ricorda moltissimo le texture che abbiamo fatto al Munlab, ma che bello!)

Un punto quadrato



Il pixel è il punto che forma le figure, e le linee che vediamo sui monitor dei computer.

Ma è quadrato!

Un gioco di coordinate

Il retino tipografico


Se proviamo a tracciare su d’un comune foglio bianco tanti puntini precisi ed equidistanti tra loro noteremo che alla distanza di qualche metro essi scompariranno dal nostro controllo visivo ed apparirà una zona di una distinta tonalità di grigio. Più piccoli e distanti saranno i puntini, minore sarà l’intensità del grigio. Per ottenere un grigio piuttosto scuro dobbiamo tracciare dei punti più nutriti e più accostati. I punti addossati o fusi formano il nero. Se queste tracce vengono articolate in relazione a delle figure otterremo una rudimentale immagine tipografica da giornale.
Il clichè riproducente una fotografia ha lo stesso principio del nostro puerile esperimento, è composto da parti microscopiche totalmente nere o bianche, quindi alte e basse. Il segreto sta nella caratteristica microbica dei mirmifici puntini, che non vengono percepiti ad occhio nudo come tali, ma quali zone grigie più o meno scure che vanno appunto dal bianco al nero.


Per approfondire l'argomento visitare il sitohttp://www.stampatipografica.it che ringrazio per lo spunto e per l'articolo.

Il punto tipografico





Immagine presa in questo sito.

Il punto è anche unità di misura, a seconda dell'unità di misura la dimensione del punto cambia.

Il punto può avere una dimensione.

Metodi di misurazioni tipografiche, ora non più utilizzate sono stati quelli dell’Imprimerie nationale di Parigi, di Sébastien Truchet (1694) e di Pierre Fournier (1737).
I più utilizzati sono stati il Punto pica, punto Didot e infine il punto Knuth (punto elettronico, quello più usato oggi in Europa).


Per approfondire l'argomento andate in questo sito .